Protesi Totale dell'Anca
Anca
Quando l'articolazione dell'anca ha superato un certo grado di degenerazione ed i sintomi sono ormai invalidanti o progressivi ed inesorabili l'unica soluzione è spesso la sostituzione protesica. Altra indicazione ad una protesizzazione dell'anca sono alcune, ma sfortunatamente frequenti, fratture del collo del femore.







Esistono svariati modelli protesici che seguono filosofie, forme e materiali diversi.
Le protesi d'anca vengono suddivise in
Totali o Parziali (endoprotesi)
Nelle endoprotesi viene sostituita la sola componente femorale: stelo(gambo) e testa protesica. Nelle totali viene sostituito anche l'acetabolo.


Protesi totale (con sostituzione dell'acetabolo) e parziale (endoprotesi). Notare la grandezza della testa dell'endoprotesi.
Cementate o Non cementate
Le protesi cementate vengono utilizzate soprattutto in caso di scarsa qualità dell'osso dove è più facile avere una frattura periprotesica intra operatoria o nel proseguo.
Hanno però, come tutti ii modelli protesici, vantaggi e svantaggi.

Due steli di design identico ma a sinistra il modello cementabile (liscio), a destra il modello non cementato con la caratteristica superficie ruvida e di materiale osteoinduttivo per favorirne l'osteointegrazione.
A stelo o di superficie
Le protesi a stelo sono le protesi in assoluto più utilizzate oggi e prevedono l'inserimento dello stalo femorale protesico all'interno del canale femorale. Sono quelle che danno maggiori garanzie di successo in un più ampio spettro di pazienti. Le protesi di superficie sono oggi molto meno utilizzate soprattutto per possibili e peculiari complicazioni legate al loro design e dai materiali utilizzati.

Stelo standard a sinistra e protesi di superficie a destra. Quest'ultima con indicazioni molto limitate ed utilizzate da sempre meno chirurghi dopo il boom degli anni 2000.
Stelo lungo - standard - corto
Le protesi si differenziano anche dalla lunghezza dello stelo protesico. Negli ultimi anni c'è stata una tendenza ad accorciare la lunghezza dello stelo. Senza però che i risultati degli steli corti abbiano dimostrato una superiorità degli stessi, anzi.

Una carrellata di steli corti, più o meno ancora in commercio. Come è facile intuire non è solo la lunghezza dello stelo ma anche la forma, il tipo di superficie etc. che li differenzia.
I MATERIALI
Vengono utilizzati diversi materiali nella fabbricazione di una protesi d'anca.
Bisogna però distinguere i materiali che andranno a contatto con l'osso da quelli a contatto tra loro creando la nuova articolazione. Questi ultimi sono quelli a soggetti ad usura.
MATERIALI A CONTATTO CON L'OSSO O CON IL CEMENTO
In caso di protesi cementate il materiale più utilizzato è una lega ferrosa di metalli (cormo-cobalto etc.) con superficie liscia e senza spigoli che potrebbero produrre delle lesioni del cemento ed iniziare una mobilizzazione.
In caso di protesi non cementata il materiale più utilizzato è il titanio sempre più spesso ricoperto da idrossiapatite o altri materiali che favosriscono la crescita dell'osso su di essa. Intuibile come la superficie in questi casi non debba essere liscia. Questo per favorire la stabilità e la crescita dell'osso sulla superficie protesica. Qui sotto degli esempi di osteointegrazione della protesi all'osso.


MATERIALI A CONTATTO TRA LORO - LA NUOVA ARTICOLAZIONE
La grande problematica della protesica è sempre stata l’usura. L’usura colpisce le superfici protesiche articolari (testa e cavità protesica dell’inserto della coppa). Le prime evidenze di questo fenomeno sono apparse subito dopo l’impianto delle prime protesi. Sono stati studiati negli anni diversi accoppiamenti (teflon, polietilene/Cr-Co-Mb, polietilene/ceramica, metallo/metallo, ceramica/ceramica, metallo/polietilene ad alta reticolazione). La scelta dell’accoppiamento da utilizzare risente di più considerazioni: esperienza del passato, età del paziente, richiesta funzionale eccetera. Molti dei problemi legati all’usura sono stati solo in parte superati ed oggi siamo in attesa di conoscere i reali risultati dei nuovi materiali che, sperimentati in laboratorio, hanno dato tassi di usura dell’ordine dei µicron. I problemi legati all'usura dei primi polietileni sono stati superati dall’introduzione di nuovi polietileni ad alta reticolazione e/o addizionati con Vit.E. Oggi infatti, dopo varie esperienze con diversi accoppiamenti, siamo ritornati all'utilizzo della ceramica e del polietilene di ultima generazione: ad alta reticolazione. Il Metallo-Metallo è stato pressochè abbandonato mentre il ceramica-ceramica è ancora molto utilizzato soprattutto da alcune scuole e nei pazienti più giovani.
L'INTERVENTO DI PROTESI
Oggi, l'intervento di protesi d'anca è tra i più eseguiti e con i migliori risultati. Si tratta però comunque di un intervento di chirurgia ortopedica maggiore e, non di rado, di un intervento con un certo grado di difficoltà, soprattutto nei pazienti obesi o con patologie gravemente deformanti l'articolazione. Quindi un intervento da non sottovalutare nonostante i grandissimi passi in aventi fatti sia dall'industria (nuovi materiali etc.) sia da noi ortopedici (approcci chirurgici innovativi, ridotte perdite ematiche etc.).
Il paziente deve essere ben preparato all'intervento e, di norma, viene eseguito una pre-ricovero qualche settimana prima della chirurgia.
Noi, grazie alle nuove tecniche ed a una preparazione meticolosa dei pazienti, non utilizziamo più, salvo in casi eccezzionali, dei pre depositi di sangue da parte dle paziente. Di fatto la percentuale dei pazienti trasfudi è bassissima.
ANESTESIA
L'anestesia locoregionale è ormai di routine in molti ospedali. Noi utilizziamo una anestesia mista, all'avanguardia. Si tratta di combinare una anestesia locoragionale (spinale e/o epidurale) con una blanda anestesia o sedazione generale. Questo permette al paziente di non rendersi conto o quasi dell'intervento e di svegliarsi senza alcun dolore grazie alla anestesia locoregionale ancora in atto. Il dolore post operatorio può oggi venire ulteriormnete controllato grazie a nuovi dispositivi gestiti direttamente dal paziente a seconda delle sue necessità.
VIE CHIRURGICHE
Le vie chirurgiche più utilizzate sono la via posterolaterale, la via laterale diretta e la via anteriore. Noi, dopo aver eseguito tutte le vie chirurgiche possibili, utilizziamo nel 99% dei casi una via anteriore, più complessa delle altre, più lunga da imparare ed eseguire, ma che ci ha dato dei risultati post operatori non di rado incredibili.
Nel sito c'è una sessione dedicata alla via anteriore che potrete visonare.
POST OPERATORIO
Nella nostra esperienza, se viene utilizzata una via anteriore e non vi sono problematiche di equilibrio del paziente, deficit muscolari pre-esistenti o cattiva qualità dell'osso, è possibile abbandonare le stampelle nei primi giorni o settimane post operatorie. Il tipo di recupero viene discusso con il paziente subito dopo l'intervento.
La fisioterapia immediata dopo l'intervento non è necessaria. Molto meglio recuperare da soli per il primo mese, a casa propria. In taluni pazienti (la minoranza), verrà poi istituito un ciclo di riabilitazione specifico. La cosa più importante è non creare danni alla protesi nel primo periodo, più sensibile a manovre o carichi eccessivi. Ecco perchè la fisioterapia iniziale non è a me particolarmente gradita. Come dico sempre, "ci vuole un minimo di grano salis". In questo la via anteriore, dando da subito una grande confidenza al paziente, non aiuta, e spesso devo frenare i pazienti da abitudini eccessive.
CONTROLLI
Dopo un primo controllo ad 1-2 mesi dall'intervento, di norma ne eseguiamo 1 a 6 mesi. Se tutto va bene ci si rivede dopo 1 o 2 anni.